Dice un sogno: “Sono con un altro e vuole del caffè.Io ho del caffè freddo in un bicchiere e lo porto in tavola. Lui però lo vuole caldo e se lo va a scaldare in un pentolino.”.
Relativamente al sintomo , quale che esso sia , occorre distinguere tra: Percezione del sintomo , attenzione che l’ego gli rivolge , importanza o valore attribuitogli dall’ego stesso ed infine capacità di coscienza di sé.
Il sintomo, quale che esso sia , è una rappresentazione simbolica di un parte, seppur infinitesima, del proprio Sé.
L’individuo non lo sa , non lo capisce , e quel sintomo , quale che esso sia , o per essere più precisi la sua percezione cosciente resta costantemente al centro della sua attenzione.
A seconda della intensità della percezione e della sua localizzazione al sintomo si attribuisce, da parte dell’ego, un certo valore, una certa importanza.
Esso può essere , per l’insieme di questi elementi, assolutamente totalizzante nella vita dell’individuo fino al punto di “divorarla” completamente.
In una coscienza dissociata e completamente desertificata di significati del proprio Sé quel sintomo è OGGETTIVAMENTE importante.
Ma lo è non tanto per ciò che esso è ma per ciò che esso rappresenta.
Rappresentando una parte seppur infinitesima del Sé dell’individuo ed in quella condizione di coscienza desertificata esso è perciò importantissimo.
L’individuo , incapace di comprendere, però lo considera tale non per quel motivo ma perché lo crede sia l’espressione di una qualche patologia.
Egli coglie e altro non può cogliere che l’apparenza.
Il sintomo inoltre ha obiettivamente una sua straordinaria importanza per l’individuo , anche se egli ne travisa come si è detto il senso, in quanto la sua percezione è COSCIENZA DI SE’.
In mancanza d’altro.
Si osserva che tanto più cresce nell’individuo la coscienza di sé , tanto più si amplia la sua coscienza, tanto più quegli elementi costituitivi del sintomo , di cui si è detto, recedono nella loro importanza.
Il rapporto tra ciò che significa per molti versi il sintomo per l'individuo inconscio e la capacità di coscienza di sé in ampliamento tende ad assottigliarsi “a coda di topo”.
L’individuo inconscio e dissociato deve mantenere, per i motivi suddetti, “caldo” il proprio sintomo e difenderlo con le unghie e con i denti.
In quanto esso è l’unica cosa di sé , l’unica cosa VERA della propria vita , che egli sia in grado di possedere.
Nell’individuo cosciente di sé quel sintomo , quello stesso sintomo ormai “freddo” , non conta più nulla.