Continuo ad incontrare per caso, e caso non è, persone che hanno convincimenti personali talmente potenti da essere accecati rispetto alla evidenza dei fatti.

Tutte tenacemente convinte che il virus Covid 19 sia una specie di brava  persona ingiustamente diffamata e  persone in qualche modo sospette siano invece  coloro che, purtroppo per loro, si sono presi questa infezione virale e che in gran numero sono anche morte.

La domanda è:

Queste persone così tenacemente convinte della loro opinione cosa proiettano sul virus?.

O , il che è lo stesso, cosa rappresenta per loro questo virus da doverlo difendere così tenacemente discolpandolo in modo cieco e totale da ogni male che esso possa avere prodotto?.

Difese così accanite si incontrano in analisi quando la coscienza malata (ed affetta da un potente complesso di castrazione) viene “insidiata” da un qualche significato del Sé del soggetto.

E’ possibile che quelle persone proiettino sul virus la loro coscienza malata ?.

Ed è per questo che esse negano  così convintamente l’evidenza circa il suo essere così patogenico ed addirittura letale?.

E che rapporto c’è tra le difese della coscienza del Sé le quali impediscono la diffusione delle infezioni psichiche, cui le coscienze dissociate ed i complessi di castrazione  sono così intensamente orientati,  e l’ostilità degli individui, che di quelle coscienze sono portatori , verso le difese che le persone ragionevoli adottano contro la diffusione di un altro tipo di infezione (quella virale) ?.

 

 

 


 

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