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Una politica (ed una giustizia) che trova la sua ragion d'essere (in qualsiasi parte del mondo) nel togliere o limitare diritti alle fasce più deboli della popolazione (che si tratti di donne, gay, neri, immigrati, poveri, dissidenti , ecc., ecc.) , lasciando intonsi i privilegi delle classi più agiate e più potenti è una politica ed una giustizia espressa da individui malati di mente , non riconosciuti come tali.
I quali con queste scelte, apparentemente ideologiche, esprimono la loro condizione dissociativa e castrante che opera contro loro stessi.
Poco qui c’entra la filosofia, l’ideologia o la politica.
Che si tratti di giudici, politici, ministri e quant'altro costoro debbono rassegnarsi a essere considerati o prezzolati e corrotti , servi di coloro che hanno potere da difendere (follow the money*) o psicopatici che non si rendono conto della loro patologia e che farebbero bene farsi curare.
Il senso cosiddetto comune per valutare costoro non è sufficiente per esprimere un giudizio assennati su di essi.
Per poterlo esprimere è necessario consapevolezza di sé.
Coloro che invece sadicamente ed autolesionisticamente li sostengono, contro i loro stessi interessi, sono solo vittime inconsapevoli della loro stessa patologia mentale.
(*) Oppure facendo un gran bel salto quantico: “Segui i picciuli” come acutamente intuito da Ilda la Rossa.