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Parrebbe che la maggior parte dei miti e dei corpi mitologici rappresentino  simbolicamente ciò che è nella psiche individuale , lo stato di fatto , esattamente come nei sogni.

Diversamente dai sogni però essi non indicano un percorso, una via di uscita.

Come rassegnati a ciò , essi si limitano a rappresentare lo stato di fatto, lo stato dei fatti.

Non accade diversamente nel mito di Caino ed Abele.

Il primo none Ca-i-no (ma anche ca-n-ino) richiama nel suo nome il cane aggressivo e rabbioso mentre il secondo, A-bee-le *, richiama l’agnello mite e remissivo.

Nel mito,  il deus ex machina parrebbe avere una preferenza per i doni di Abele il che determina la rovina di quest’ultimo.

Caino rappresenta nel mito il complesso di castrazione , vile e feroce contro il debole e remissivo inconscio (ed i suoi contenuti istintuali).

Il deus ex machina che con le sue scelte ha scatenato la ferocia di Caino rimane poi inerte di fronte all’omicidio condannando Caino a vivere in eterno.(Gran bel regalo ci ha fatto , si direbbe).

Quindi ancora una volta il mito “fotografa” simbolicamente la realtà psichica dell’umano senza offrire soluzioni e vie di riscatto.

Il mito rappresenta sempre ed ogni volta ciò che è inconscio alla coscienza dell’uomo e ciò che l’uomo nella sua incoscienza è in grado di rappresentare.

Perché parrebbe ovvio che, al di là delle pur rispettabilissime credenze religiose di ciascuno,  il mito, qualsivoglia mito, è prodotto dell'incoscienza  umana , anzi umanissima.

Il mito, frutto dell’incoscienza creativa dell’uomo,  non può rappresentare di quell’inconscio creativo ciò che non é ancora avvenuto e che è invece geneticamente destinato ad avvenire.

Caino diventa immortale e resta immortale fino a che l’individuo non si risollevi dal pantano dell’incoscienza  riscattando  Abele e definitivamente sconfiggendo il , solo apparentemente perenne , sempre  malefico Caino.

E vada a farsi fottere la presunta immutabilità dello status quo.

E a partire da ciò si potranno cominciare a riscrivere i nuovi miti e le nuove mitologie: Le nuove mitologie del riscatto dell’essere umano  che riconosce ed accetta finalmente il suo essere insieme animale ed uomo, istinto e coscienza.

E se poi , novelli Prometeo, saremo condannati a roderci il fegato ci consoleremo prendendo un Cynar notoriamente benefico per quell'organo.

E poi ancora: Ma  dove mai si è visto un dio che detta le presunte regole della vita (sic!) attraverso arcaici  miti che seguono i principi dello strutturalismo di Claude Levi-Strauss (e siamo verso la fine dell'anno mille e novecento), strutturalismo il quale riflette modalità di funzionamento della psiche umana,   e che inoltre va contro le caratteristiche distintive e  caratterizzanti della specie che egli stesso ha creato (almeno secondo i creazionisti) .

(*) La follia del mio inconscio, della creatività e dell’inconscio con la quale occorre sapersi confrontare : Paolo Conte  - “Colleghi trascurati” : Forse a quest’ora i colleghi scordati/ li ho già chiusi nella toeletta/a farsi belli, ma che follia…/delirio, agguato di nostalgia…”

 

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