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Così come esiste una evoluzione della coscienza, grazie ai mutamenti in essa introdotti dal processo di crescita, esiste anche una evoluzione complessiva sia del Sé dell’individuo, sia del suo inconscio e dei suoi contenuti istintuali, sia, con ogni probabilità, anche dei contenuti del suo codice genetico.
Nel senso, in questo caso, che più informazioni genetiche di quel codice vengono portate a “maturazione” nella coscienza più informazioni sempre più profonde ed arcaiche di esse affiorano e si rendono disponibili rispetto a quel processo di presa di coscienza.
E’ questo, per esempio, il caso del Sé androgino.
Una componente del proprio Sé che non ha ancora subito il percorso di differenziazione e di assimilazione rispetto al sesso geneticamente e fisicamente destinato all’individuo.
Una componente del proprio Sé, indifferenziata e quindi molto primitiva, la quale ove non venga interessata nel processo di crescita verso la sua presa di coscienza si rappresenterà nelle preferenze sessuali dell’individuo ed, in taluni casi, interferirà più o meno pesantemente nei caratteri primari e secondari della sessualità genitale.
La condizione dissociativa della coscienza, tanto più pesantemente condizionata da uno o più complessi di castrazione, tende a far regredire la possibilità della espressione dei contenuti istintuali inconsci, verso i contenuti genetici più arcaici e regressivi.
E ciò che la coscienza dissociata ed il complesso di castrazione non riescono a reprimere e a castrare, impedendone l’espressione quale che essa sia, ci pensa l’omofobia sociale diffusa ad intervenire talora pesantemente.
Con punizioni, in taluni paesi particolarmente regrediti sia sul piano psichico che sul piano sociale ed ossessionati da una generalizzata omofobia, che prevedono anche la pena di morte.
Nella folle illusione di riuscire a castrare, più profondamente, anche in loro stessi questo “pericoloso” affioramento.
(scritto il 30/4/23)