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Nel piccolo villaggio Sioux sulle rive del Rio Grande Nuvola grigia era la seconda autorità dopo il grande capo Alce nero.
Nessuno sapeva come avesse a fatto raggiungere quella carica e nemmeno lui lo sapeva.
Sta di fatto che quando una ferita tardava a guarire o la sofferenza faceva digrignare i denti all’uomo o alla donna malata Nuvola grigia, l’uomo medicina , veniva chiamato al capezzale del suo giaciglio.
Che stesse arrivando si sentiva da lontano dal tintinnio delle tante piccole zucche secche che egli aveva legato in cima al suo bastone più altre piccole ossa cave di uccello e di chissà quali altri animali.
Nuvola grigia sapeva bene che essi non servivano a nulla .
Ma il loro tintinnio che si approssimava alla tenda del malato lo agitava o vieppiù lo rassicurava.
Cosa che di solito aiutava la terapia.
Osservato il corpo del malato o della malata Nuvola grigia cominciava le sue invocazioni che in realtà non erano formule magiche ma preghiere affinchè il grande dio delle praterie sostasse un po’ al capezzale del sofferente e gli concedesse ristoro.
Lo stregone del villaggio sapeva bene che il malanno più difficile da curare non era la ferita sanguinolenta sulla gamba o la tosse cavernosa che squassava la donna.
Le malattie più gravi da curare erano ogni volta le loro anime.
Anime travagliate che con quella ferita ostinata o con quella tosse che squassava i polmoni urlava il suo segreto dolore.
Anima che per qualche motivo era rimasta intrappolata da qualche parte e non era riuscita a fare il grande passaggio.
Ed allora Nuvola grigia che la sapeva lunga invocava dio ed i suoi potenti spiriti affinchè liberasse quell’anima dai suoi impigli e la accompagnasse, non nei grandi pascoli (che era ancora presto per quell’uomo o per quella donna), ma alla sua destinazione nella coscienza.
Ballava e pregava, ballava e canticchiava una sua nenia segreta Nuvola grigia e cospargeva il povero corpo tremante di una sua polvere sapiente fino a che la donna o l’uomo, come in un parto ben riuscito, si acquietava di colpo , le membra distese, il viso rasserenato.