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Il termine “sacri-legio” parrebbe la fusione del termine “sacro” e del verbo “leggere” oppure tra i termini “sacro” ed “intelligere”.
Dovrebbe significare perciò "leggere il sacro o "comprendere" (intelligere) il sacro.
In altre parole comprendere il significato del sacro ,dei miti sacri o supposti tali, sarebbe un sacrilegio.
Ci si trova ancora una volta di fronte ad una resistenza alla crescita psichica "giustificata", si fa per dire, da fini religiosi.
Ad una resistenza all'uso ed all'utilizzo di una funzione psichica naturale ed istintiva qual’è la funzione intuizione.
Una specie , non molto comprensibile, di interdetto religioso nei confronti del Sè (oltre tutto in aperta contraddizione con il simbolo del Cristo che talora si manifesta nei sogni come rappresentazione del proprio Sè).
Peraltro questa ostilità contro la interpretazione intuitiva nei confronti dei miti religiosi è condivisa anche dell'Islam il quale vieta esplicitamente, e quindi in modo meno insidioso, ogni forma di interpretazione delle sure del Corano.
Applicando la stessa chiave interpretativa alla parla “sorti-legio” salta fuori “leggere o intelligere la sorte cioè comprendere il futuro”.
Il che ha fatto la fortuna delle chiromanti e degli indovini.