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Da sempre , a quanto pare , la conoscenza scientifica si è sviluppata grazie ed attraverso l’utilizzo della funzione pensiero , la razionalità.
Ogni tanto qualche felice intuizione illuminava la strada della conoscenza (leggenda vuole che mentre Newton sonnecchiava sotto un albero di mele la caduta di una di esse gli fece balenare l’idea , una intuizione appunto, della forza di gravità) facendole fare ogni volta un saltino in avanti.
Questo utilizzo massivo della razionalità, e praticamente solo di essa (solo molti psicoanalisti junghiani avevano ed hanno capito l’esistenza della funzione c.d. “inferiore” definita funzione intuizione), lungo la strada della conoscenza aveva fatto consolidare l’idea , sbagliatissima , che la Natura funzionasse secondo regole razionali e quindi comprensibili solo e grazie dalla razionalità.
Molti matematici hanno perfino sviluppato complesse equazioni che secondo loro erano in grado di predire funzionamenti, sin a quel momento sconosciuti, di aspetti particolari della Natura.
Le felici intuizioni di cui prima si diceva erano considerate una specie di lusus naturae , fortunate “apparizioni” mentali, ma nulla di più.
La fisica quantistica ha cominciato a smantellare quella sbagliatissima convinzione che ha trovato in Einstein il capolinea della fisica classica (razionale quanto mai altre) e ha cominciato ad ipotizzare meccanismi di funzionamento che essa tende a definire controintuitivi , non osandoli definire “irrazionali” (nel senso di fuori dalla razionalità) , in quanto anche questi fisici pensano, e come mai potrebbero pensare in modo differente, in modo SOLO razionale.
L’immenso sviluppo della medicina ha seguito e non poteva non seguire quella strada ignorando (e qui non è solo questione di intelligenza razionale ma anche di potenti resistenze individuali sia dei ricercatori che dei medici) una sciocchezzuola come il rapporto cervello/coscienza/soma e le informazioni con le quali quella coscienza è stata “nutrita” o meglio avvelenata fin dalla nascita (compresa quindi anche la coscienza di quei ricercatori e di quei medici).
In questo lavoro si è sviluppata l’idea che la intuizione , e la intuitività , non sia un lusus naturae ma un’altra forma di intelligenza , geneticamente radicata nell’individuo, e geneticamente strutturata per comprendere i linguaggi della Natura e della materia elementare .
I quali linguaggi sono, come quelli dei sogni e dei miti, linguaggi simbolici che veicolano significati.
I quali , ancora, possono essere compresi SOLO dalla intelligenza intuitiva la quale può svilupparsi , seppure con tecniche ben diverse , esattamente come si sviluppa nei bambini , nelle bambine e nei giovani la funzione razionale.
Lo sviluppo di questa ALTRA forma di intelligenza , indispensabile per sviluppare una crescita psichica adulta, trova e troverà una infinità di RESISTENZE prima nella stessa coscienza dell’individuo e poi, come si è visto, in una quantità di miti e mitologie, religiosi e non solo, che hanno rappresentato nella realtà in una forma simbolica (veri e propri sogni ad occhi aperti) tutta la realtà psichica negata , da sempre, dalla condizione dissociativa diffusa.
Sento già chi urla ed ha urlato al sacrilegio , chi alla blasfemia, chi alla pazzia ed al deliro ed io sono sempre qui alla testiera che tremo all’idea di un mondo e di una Natura governata da individui che sanno pensare solo in modo razionale e scaricano le propri problematiche psichiche su loro stessi, sui propri partner, sui propri figli, sull’ambiente naturale , sui propri concittadini e sui popoli che governano (o meglio che sgovernano).