Si osservano con interesse tre fenomeni:
- La grande facilità dei bambini e degli adolescenti ad apprendere l’uso degli apparati che trattano informazioni digitalizzatie (computer, riproduttori MP3, telefoni cellulari , ecc.;
- La difficoltà , talora insuperabile di molti adulti di acquisire quelle stesse capacità senza contare talora perfino l’ostilità e l’avversione dichiarata di molti di essi verso quel tipo di apparati;
- L’immensa possibilità offerta al genere umano di acquisire conoscenza ed informazioni (praticamente sull’intero scibile umano in qualsiasi lingua esso sia espresso) dopo l’avvento, ormai nel secolo scorso, della digitalizzazioni delle informazioni, dei computer , dei bigdata, ecc..
Si potrebbe pensare che i bambini e gli adolescenti abbiano la possibilità di sviluppare istintivamente quella particolare abilità nei confronti di ciò che è digitale fino al momento in cui , intervenuto il blocco dello sviluppo psichico, inizia l’acquisizione di informazioni sensoriali di tipo analogico , tramite la coscienza percettiva , allo scopo di costruire in essa la protesi del falso sé,
Acquisendo queste informazioni dove possibile , per emulazione , sulla base dei modelli di realtà più significativi che gli si presentano all’osservazione.
E’ possibile che la coscienza cognitiva sia in grado di assumere informazioni in forma digitale dall’inconscio e dal Sé mentre la coscienza percettiva le può assumere in forma analogica dalla realtà sensibile ?.
Se la coscienza percettiva con i suoi neuroni a specchio è situata nella neocorteccia in quale parte del cervello è situata la coscienza cognitiva ?.