A nessuno verrebbe in mente di considerare che la terapia farmacologica che curi una infezione virale , una pandemia come quella in corso, possa essere considerata una limitazione delle libertà personali.

Le infezioni psichiche, come quelle virali,  si trasmettono da persona a persona e soprattutto dai genitori ai figli.

Mentre quest’ultimo tipo di diffusione delle infezioni psichiche è difficilmente contrastabile (e contribuisce a formare una terreno fertile per il tipo di infezione che si diffonde da persona a persona) a contribuire a diffondere ed a rinforzare quelle infezioni tra adolescenti ed adulti rimasti infantili sono i social network.

I quali inconsapevolmente per tutti diffondono informazioni significative che colpiscono menti, già di per sé indebolite da una condizione parentale infantile avversa,  contribuendo alla diffusione di infezioni psichiche severe.

Le infezioni psichiche sono facilmente definibili.

Tra di esse c’è la condizione dissociativa da sé, i complessi di castrazione di varia gravità, l’odio compulsivo che è un ingrediente corroborante sia della condizione dissociativa che dei complessi di castrazione.

Limitare l’uso dei social network ed effettuare un controllo sulle cosiddette opinioni in essi espresse sarebbe una auspicabile misura sanitaria di igiene mentale per tutti.

(*) Condivisione significa anche “mettere in comune una divisione”.

 

 

 


 

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