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Ciò che è , ciò che esiste ma è inconscio alla coscienza, trova sempre il modo di rappresentarsi in qualche modo nella realtà.
Il modo “istituzionale“ per rappresentarsi simbolicamente è ovviamente il sogno e la sua funzione, la funzione onirica.
Nei viventi esso è presente sempre , almeno in quella parte dei viventi nei quali è possibile accertarne l’esistenza grazie ai movimenti oculari nel corso del sonno REM.
Sulla base di ciò che è dato sapere nella specie umana la funzione onirica ha lo scopo di veicolare in una prima fase l’immagine del Sé del soggetto (l’immagine della sua reale natura) dall’inconscio alla sua coscienza.
In una seconda fase di tenere la coscienza in continuo rapporto , grazie all’inconscio ed alla comunicazione transferale e controtrasferale con gli altri viventi della stessa specie e/o di specie diverse.
Nella specie umana la funzione onirica ha, o ha assunto nel tempo, funzione terapeutica a causa dei gravissimi disturbi che la condizione diffusa di dissociazione psichica porta gli individui.
Grazie a tale funzione la cosa in sé inconscia può rappresentarsi in forma simbolica nella coscienza ed il linguaggio simbolico essere compreso nei suoi significati i quali , grazie a ciò , vengono integrati nella coscienza.
Definisco come “cosa in sè:
- Il Sé ed i suoi contenuti istintuali inconsci;
- Le distorsioni della coscienza (le protesi del falso sé) che impediscono la integrazione di quei contenuti e cioè i complessi di castrazione, la condizione dissociativa , le coazioni a ripetere;
- Le resistenze al mutamento della coscienza.
Oltre alla funzione onirica la cosa in sé ,come sopra definita, si rappresenta simbolicamente in forme alternative (quando la rappresentazione onirica fallisce il suo scopo in mancanza della capacità della coscienza di interpretarne i significati) nei comportamenti, nella ideazione, nelle forme della espressione quali che esse siano , nelle malattie mentali e fisiche , nella morte del soggetto o dei viventi del suo ambito.