Alle cellule cancerogene comincia così a diminuire l’alimentazione energetica.
Il cancro regredisce.
Giuro che se avessi un miliardo di euro lo darei volentieri a chi dimostrasse che questo processo si svolge come descritto.
Non ho quel miliardo e nessuno è in grado di dimostrare che le cose si svolgono veramente così oppure no.
I clinici davanti a cotanta approssimazione e cialtroneria (non ho mai usato volutamente i termini tecnici che descrivono quell’ipotetico processo) storceranno a dir poco il naso.
Ricordiamoci però che quei clinici soffrono di una condizione dissociativa simile q quella di molti altri e che le resistenze inconsce della loro coscienza si attizzano quando si parla di cose dell’inconscio.
Ma intanto qualcuno ha mai provato a fare psicoanalisi ad un paziente ammalato di cancro ?.
Qualcuno a mai provato ad affiancare sinergicamente la terapia clinica alla psicoanalisi?.
Dove sta scritto che fisica atomica, biochimica e psicoanalisi sono campi diversi del sapere scientifico, lontanissime le une dalle altre, quando è la stessa testa che le ha pensate e che le può pensare?.
Dice un sogno: Durante una specie di percorso appendo la pompa della benzina (priva del tubo) in un posto intermedio , poi la riporterò nel posto finale.
Se la “pompa della benzina senza tubo” (l’erogatore che si infila nel serbatoio dell’auto e che eroga l’energia) rappresenta la famigliola dei citocromi c, i quali forniscono energia alle cellule , “il tubo mancante” potrebbe essere il collegamento concettuale tra atomi e cellule così come prima descritto nel pezzo di cui sopra.
Cioè il collegamento tra il serbatoio della energia (gli atomi ecc.) e la pompa erogatrice ( i citocromi c).
E quindi la “pompa della benzina senza tubo” ha ora raggiunto il suo “posto finale”.
(*) Non a caso la psicoanalisi si può anche definire terapia della parola.
(**) So bene cos'è una ipotesi azzardata o addirittura avventuristica. Ma ci sono delle cose che vanno fatto e vanno dette e vanno scritte , mettendoci la faccia , e sapendo di correre dei rischi (quanto meno di cascare nel ridicolo).