E’ un bel fiore che appartiene alla famiglia delle Ericaceae .

Ma il rodo-dendro è anche una piccola ferita inferta alla coscienza dell’ego intorno alla quale la coscienza continua a rimuginare per attenuarne e diluirne la carica aggressiva .

Il fatto è che gli individui dissociati da sé, ed ancora di più quelli afflitti da più o meno monumentali complessi di castrazione , in un qualche modo per loro inconsapevole percepiscono nell’altro l’elemento di differenza e la pulsione compulsiva alla castrazione non può fare  a meno di colpire in qualche modo.

Queste piccole ferite inferte alla coscienza dell’ego per un po’ suscitano un continuo rimuginare che è il processo mentale preparatorio  al “farsene una ragione”.

La soluzione di “sfogarsi” del colpetto ricevuto con l’inconsapevole  “feritore” non è una buona idea.

Forse agevolerebbe  lo smaltimento della piccola quantità di veleno ingoiato ma è anche vero che l’altro si aspetta una reazione al suo inconsapevole colpo inferto che scatenare ancora di più la propria conflittualità ed inverarla nella realtà sensibile.

Riattivando così il circuito conflittuale interpersonale.

Il rodo-dendro va perciò smaltito per proprio conto senza dare a vedere di avere avvertito il colpo (facendo ventre molle).

Bisogna ed in fretta “farsene una ragione”.

 


 

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