.               .

Quale che sia l'oggetto della ossessione e quale che sia l'oggetto sul quale è attestata la dipendenza la causa unica di esse è sempre la stessa: La mancata presa di coscienza di ciò che  quell'oggetto RAPPRESENTA del Sè dell'individuo.

Non ovviamente la sua mancanza nella realtà ma la sua ASSENZA nella coscienza: La assenza nella coscienza della INFORMAZIONE/SIGNIFICATO relativa a quella parte del Sè di cui l'oggetto diventa perciò  RAPPRESENTAZIONE PROIETTIVA.

E questi “oggetti” si potrebbero perfino elencare: L'Ucraina, gli ebrei, i palestinesi, il maschio, la femmina, il sesso, il non sesso, il padre, la madre, i figli, il fratello, la sorella,  l'amore, l'odio, il cibo, il non cibo, le droghe, le patologie, i medici, i russi, gli americani, i musi gialli, i negri, i bianchi, i nativi americani, i vietnamiti, i comunisti, i cattolici, i protestanti, gli induisti, i musulmani,  i fascisti, gli armeni, ogni minoranza umana,  i terroni, i nordisti,  ecc., ecc., ecc.

E non basta ancora.

Se si apre il vocabolario si scopriranno i nomi di tutto ciò che può essere oggetto proiettivo di ossessioni o di dipendenze.

Ma la causa PRIMA è quella che ho scritto: Il vuoto nella coscienza del Sè dell'individuo  e delle informazioni che lo definiscono.

Che definiscono in quella coscienza la sua immagine (definita dalle sue informazioni genetiche).

Un uomo cui non sia cresciuto un braccio a causa  di un errore di trasmissione  del Rna messaggero ed un essere umano che non è cresciuto nella sua coscienza, a causa di un "difetto di comunicazione"* tra codice genetico e coscienza,  sono degli invalidi (nel secondo caso questa loro invalidità si definisce:Malattia mentale  , avente con la stessa identica causa della prima).

(*) Si intende qui per "difetto di comunicazione" l'impedimento assoluto con il quale l'imprinting infantile ha impedito all'essere umano di crescere psichicamente.

Evento disastroso, drammatico e tragico per ogni individuo e per  la  specie umana,  descritto nei dettagli in questo lavoro.

        .                                              (scritto il 16/3/24)

 

 

 

 

 

 


 

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