26/5/09

L'adattamento ad una nuova realtà.

E’ cosa abbastanza nota che le persone che, per loro disgrazia,  hanno subito una amputazione agli arti (a causa di incidenti o per cause belliche) quando vengono sottoposto a processi riabilitativi per la riconquista della capacità motorie con l’ausilio di protesi si sottopongono, con l’aiuto forte della loro volontà e della loro determinazione, ad un iter lungo e doloroso che comporta frequentemente sofferenza e frustrazioni e più raramente (almeno all’inizio del processo) gratificazioni.

Queste persone attraverso l’uso della loro volontà, della loro determinazione nonché del continuo esercizio riabilitativo indirettamente stanno modificano il loro sistema neuronale costringendolo a strutturare un nuovo adattamento motorio alla nuova, e ben diversa da quella di prima,  condizione fisica .

In pratica stanno costringendo il loro sistema neuronale a costruire nuove connessioni , ad eliminarne altre, a rinforzarne altre ancora oppure ad attivare nuove aree neuronali al posto di altre ormai inutilizzabili.

E questo sfruttando inconsapevolmente la grande plasticità del cervello.

Ed il processo riabilitativo avrà successo se la costruzione del nuovo adattamento motorio e quindi la modifica strutturale del sistema neuronale, nella parte del cervello preposta a quella attività, sarà andata a buon fine.

E’ possibile che la stessa cosa succeda nel corso di una terapia analitica.

Il sistema neuronale si è adattato a gestire una visione dell’individuo ed una visione della realtà lontana o lontanissima dalla realtà dell’individuo (e del suo Sé) e dalla realtà esterna.

Si è adattato perciò a trattare non con la realtà esterna ma con un teatrino simbolico che scherma alla coscienza la visione della realtà vera.

Si è adattato perciò a trattare non con l’individuo (cioè con la sua immagine del Sé nella coscienza) ma con una immagine del falso sé che può essere lontanissima dalla realtà dell’individuo.

Con un filtro mentale quindi che deforma fortemente  la realtà del mondo e dell’individuo.

Non si può escludere che una parte delle resistenze al cambiamento che si incontrano nel corso della terapia siano in parte di natura psichica ed in parte una sorta di proiezione delle resistenze biologiche al mutamento che il sistema neuronale incontra nel modificare , sotto la pressione delle nuove informazioni che la terapia fornisce alla coscienza , parte della propria struttura biologica.

La terapia analitica non tocca soltanto al coscienza e l’inconscio del soggetto ma tocca indirettamente la struttura biologica di una qualche parte del sistema neuronale.

Ed insieme la condizione consolidata di sintomi psichici e psicosomatici.

Rispetto ai percorso riabilitativi cui si è accennato prima occorre anche aggiungere che nel caso della terapia analitica la volontà dell’ego è coartata nella direzione della conservazione dello status quo e quindi non è un grande strumento di aiuto alla terapia stessa.

 

 

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