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Mi viene un giorno presentato a pranzo un certo fisico nucleare che ha lavorato per molto tempo in importanti centri di ricerca negli USA.
Mi parla del suo lavoro e dei suoi studi e ricerche .
Niente da dire una persona colta e molto intelligente.
Conoscenza approfondita dei meccanismi della materia elementare, conoscitore di fisica quantistica, ecc.
Rimango sinceramente impressionato del livello di acutezza mentale.
Dopo un po’ cambiamo argomento e tanto per alleggerire la conversazione parliamo di politica.
Mi aspetto che sappia di economia, di raffronti tra sistemi ideologici, ecc. e scopro dopo un po’ che il fisico nucleare è un nostalgico nientepopodimeno che del regime borbonico.
Temo di non aver capito bene ed invece il nostro è un ”neoborbonico”.
Cioè rincorre , con dovizia di argomenti “razionali” (e senza nemmeno arrossire di vergogna), la folle utopia di un ritorno agli anni precedenti all’Unità d’Italia e quindi al regime vigente durante il Regno delle due Sicilie*.
E comprendo allora come l’influenza dell’incoscienza e della dissociazione della coscienza distorca al ribasso, nella direzione della stupidità, il pensiero , perfino e soprattutto quello così fortemente razionale.
(*) E quindi la spedizione dei Mille e Garibaldi (che hanno contribuito alla fine del regime borbonico) visti come potenti elementi mutageni sui quali vengono proiettati i contenuti inconsci del proprio Sé.