I membri della superfamiglia della quale fa parte il citocromo c (una emoproteina) assolvono il compito di portare elettroni dall’atomo alla singola cellula innescando un processo che sostanzialmente alimenta le cellule organiche.
L’elettrone veicolato dona, attraverso un processo biochimico, la propria energia alla cellula.
L’elettrone , come tutti gli elettroni , veicola energia ma veicola anche informazione.
Quanto meno veicola e porta in sé il proprio specifico numero quantico, uno dei quali definisce il livello di energia dell’elettrone stesso.
Come agisce tale informazione sulla singola cellula?.
Si può ben presumere che in taluni casi l’informazione veicolata dall’elettrone abbia sulla cellula un effetti benefico ed in altri casi un effetto patogenico.
In Natura i meccanismi che si rivelano efficienti ed efficaci ad un certo livello tengono a riproporsi nel corso della evoluzione anche in funzioni ed in livelli molto diversi .
Il transfert tra inconsci parrebbe essere un meccanismo che emula , a ben altro livello , quel meccanismo di trasferimento di energia e di informazione.
Meccanismo che trasferisce informazioni ed energia da un inconscio sovraccarico di contenuti istintuali inconsci ,mai integrati dalla coscienza, ed un inconscio liberato.
Processi quindi simili tra di loro in una sorta di omotetia frattalica.
Siccome ogni meccanismo inconscio alla coscienza DEVE in qualche forma rendersi cosciente se l’informazione veicolata dal transfert si rende cosciente grazie alla interpretazione che il “ricevente” opera sul sogno, che quelle informazioni rappresentano in forma simbolica, il quid di energia veicolata dal transfert si rende invece cosciente alla percezione grazie ad un potenziamento temporaneo dei sintomi latenti del suddetto “ricevente” .
Grazie alla comunicazione cosciente i significati che l’inconscio sovraccarico ha trasmesso all’inconscio liberato vengono poi restituiti alla coscienza del soggetto per svolgervi ivi la loro funzione mutagena.
Si può ben parlare in questi processi di condivisione della energia e della informazione tra inconsci dei viventi e di condivisione della conoscenza tra coscienze.
Quale che sia il “linguaggio” della comunicazione tra inconsci (di esso si può solo presumere osservando il linguaggio dei processi biochimici tra atomo e cellula) , quello che è certo ma questo è ovvio, è che i linguaggi tra inconscio e coscienza sono i linguaggi simbolici.
Questo processo subliminale fa pensare che talora una forma non ortodossa di terapia analitica potrebbe essere sviluppata tra un psicoanalista molto cosciente di sé ed individui (ragazzi autistici per esempio) i quali non abbiano capacità di comunicare, almeno nelle forme consuete, oppure tra individui adulti con le stesse problematiche.