Nell’individuo dissociato da sé i sogni non hanno molta fortuna.
Essendo la coscienza del tutto sprovvista di capacità intuitiva i sogni affiorano alla coscienza e se ne tornano da dove sono venuti con le pive nel sacco in quanto i loro significati mutageni non sono stati capiti da quella coscienza.
Magari qualcuno tenta di estrarre dal sogno un terno vincente e qualche altro particolarmente fortunato vince anche al Lotto ma , assicuro, non è questa la funzione del sogno.
Ad un livello ancora più intenso di castrazione può anche succedere che essa impedisca in qualche modo alla coscienza di acquietarsi e spegnersi nel corso della notte.
L’insonnia cronica è perciò una buona tecnica di castrazione estrema (nonché di autodistruzione) in quanto impedisce ai sogni perfino di manifestarsi.
Le allucinazioni e le idee deliranti sono talora una modalità che l’inconscio usa per esprimere propri contenuti istintuali quando non esiste in quell’individuo altro modo per esprimerli.
Esse hanno perciò senso esattamente come i sogni e come i sogni possono essere interpretati intuitivamente al fine di cercare di restituirli a quella coscienza sperando di mutarla.
Peraltro nell’individuo dissociato da sé , che sia affetto o meno da malattie mentali conclamate (conclamate in quanto oggi come oggi la dissociazione mentale è talmente diffusa da non essere nemmeno considerata una patologia), ogni qualsiasi manifestazione del suo essere metadice di quella condizione di esclusione da sé.