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Dice un sogno:”Sono in un albergo e c’è una finestrella scavata nella roccia che affaccia in un profondo pozzo.Io metto giù la lenza molto in profondità e qualcosa attacca ,qualcosa di grosso.Tiro su faticosamente e appare alla finestrella un gorilla attaccato alla lenza. Con la canna cerco di spostarlo finchè si convince di andare giù un’altra volta.”
Scava oggi e scava domani si raggiunge il fondo.
E appare l’informazione di ciò che c’era prima che, nel percorso della evoluzione (del quale il codice genetico conserva ogni traccia, ogni memoria, ogni passaggio fin da sempre) l’essere umano diventasse psichicamente ciò che è.
O quanto meno ciò che era al momento successivo di quel transito.
Prima era il gorilla*, la scimmia più evoluta, il passo precedente dell’homo, cosiddetto, sapiens (sic).
(*) Ne ho incontrato uno moltissimi anni fa ,attraverso le sbarre di uno zoo di Roma. Ci siamo guardati negli occhi ed io mi sono sentito subito una merda. Ho capito perchè, molto tempo dopo, nel corso di questo lavoro: Lui prigioniero tra le sbarre ma libero dentro ed io libero ma prigioniero dentro di altre più feroci sbarre. Processo di liberazione, in questo lavoro, ben altra cosa quindi di quelle tre o quattro cavolate intuite relativamente alla meccanica quantistica forse fondate o forse frutto di un mio personale fantasioso delirio.
(scritto il 19/5/23)