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Quando la condizione dissociativa della coscienza, aggravata se del caso da qualche complesso di castrazione, blocca rigidamente l’ingresso* alla coscienza ai nuovi contenuti istintuali del proprio Sè (ai suoi significati, alle informazioni che lo definiscono) nel corso della terapia o della autoanalisi può accadere ed accade che avvenga un qualche evento (di solito un incontro di amore) il quale viene definito “ampliamento della esperienza”.
A causa della particolare disposizione della coscienza dell’individuo che sta vivendo quel particolare “trattamento” e grazie a quell’amore che è nato si rende disponibile nella coscienza una nuova “porta”, un nuovo accesso alternativo.
Tanto per riconfermare ancora una volta la estrema duttilità del cervello neuronale insieme alla estrema duttilità dei suoi bit (i neuroni) in grado di elaborare e memorizzare qualsiasi informazione.
Esattamente come accade, grazie al linguaggio binario (i bit appunto), nelle memorie di massa dei computer e nelle loro CPU.
Uso una metafora.
Se a dei bravi giornalisti, adusi (ahiloro) ad esprimersi liberamente e a dire le cose come stanno, viene impedito da un potere ottuso che governa la tv pubblica di esprimersi, ci sono sempre le tv private che possono ospitare le loro espressioni.
Ma se gli interessi del potere che governa la tv pubblica coincidono (l’eterogenesi dei fini) con gli interessi del potere privato che governa la tv privata ecco che la libertà di espressione va a farsi fottere.
E gli ignari continueranno a credere, beati e beoti, che gli asini volano agitando la coda.
E la democrazia si avvierà su una china che porta ai regimi autoritari.
(*) La porta del “paradiso” terrestre, la parte della coscienza infantile che si è formata subito prima e subito dopo la nascita, di solito definita “coscienza anale”.
(scritto il 21/5/23)