23/5/09
Le madeleines di Proust ed il processo intuitivo.
“[...] in una giornata d’inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, un po’ di tè. Rifiutai dapprima, e poi, non so perché, mutai d’avviso. Ella mandò a prendere uno di quei biscotti pienotti e corti chiamati Petites Madeleines, che paiono aver avuto come stampo la valva scanalata d’una conchiglia di San Giacomo. Ed ecco macchinalmente oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d’un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito resi indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità, la sua brevità illusoria, nel modo stesso in cui agisce l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa [...].”
Possiamo fare un ardito esperimento e cercare di capire cosa sia successo in quei momenti nella psiche di Proust ?.
Un imput sensoriale (il gusto della madeleine) associa inaspettatamente nella coscienza di Proust una memoria inconscia energeticamente attiva (si può anche dire “carica di libido”).
Questa connessione, questo link improvviso tra un contenuto inconscio e la coscienza scarica , riversa nella coscienza stessa la sua carica libidica.
E da essa il complesso di acute emozioni e sensazioni così magistralmente descritte da Proust.
Solo dopo lo scrittore concentrandosi su sé stesso arriva a comprendere che quella memoria inconscia è un antico ricordo infantile che successivamente egli descrive.
Questo processo psichico descritto da Proust ricorda qualcos’altro.
Esso infatti è lo stesso processo psichico che chiunque viva l’esperienza degli insights, delle intuizioni improvvise prova in sé stesso.
Esperienza , questa della intuizione improvvisa, che ben conosce chiunque abbia sviluppato in sé la capacità intuitiva e che grazie ad essa è in grado di comprendere il significato dei comportamenti umani, dei simboli, dei sogni, ecc.
Un imput sensoriale proveniente dalla realtà (il sogno raccontato dall’altro) associa nella coscienza dell’ascoltatore un contenuto inconscio e il riversamento della carica libidica di questo contenuto nella coscienza dell’ascoltatore avvertito gli fa vivere un istante di gratificazione, una sensazione positiva.
Immediatamente dopo è un significato che affiora alla coscienza dell’ascoltatore, il significato di un qualche simbolo del sogno appena ascoltato.
Un processo assolutamente spontaneo ,distante , molto distante dai processi razionali, che richiama alla mente “l’essere fulminato sulla strada di Damasco” di biblica memoria.
E’ grazie a questo “affioramento” spontaneo che, grazie al transfert ed successivo dialogo tra analista e paziente, qualcosa della nuova conoscenza acquisita dall’analista sulla psiche del paziente viene “somministrata” al paziente stesso e contribuisce nel suo piccolo ad una qualche mutazione della sua coscienza.