Torniamo per un attimo al gatto Ciccio.
E’ cieco dall'occhio sinistro ma l'occhio apparentemente non ha danni. Ha il riflesso pupillare ecc.
Il gatto non chiude mai la palpebra di quest’occhio.
Probabilmente in qualche lotta tra maschi in gioventù ha ricevuto un graffio in faccia che ha lesionato qualche nervo preposto al funzionamento della palpebra.
Ciò ha impedito definitivamente la possibilità di chiudere la palpebra stessa.
A partire da quel momento arriva alla sua coscienza percettiva dal nervo ottico un segnale elettrico continuo ed intenso.
La coscienza ed i suoi neuroni per evitare danni neuronali chiudono l'accesso del segnale proveniente da quel nervo ottico.
Che si sia attivata una difesa della coscienza o si siano verificati danni neuronali sta di fatto che ora il gatto da quell' occhio non ci vede più.
Ritorniamo ora al pezzo del 3/10. "Sofferenza inconscia".
Un segnale intensissimo generato da quella grande sofferenza giunge alla coscienza questa volta non dalla realtà sensibile ma dell'inconscio bloccato dall’azione castrante che l'ambiente parentale porta contro di esso.
La piccola coscienza del bambino/a si chiude nei confronti di questo segnale potente ed intenso.
Chiusura che impedirà (che contribuira' essa pure ad interrompere) ogni rapporto tra contenuti istintuali dello inconscio e quella coscienza.
Quella coscienza ha davanti, a partire da questo momento, un futuro di dissociazione se non peggio.
Ove la terapia riuscisse a far superare i problemi psichici da ciò generati dovrebbe voler dire che quella chiusura non è stata causata da un danno neuronale ma bensì da una delle difese della coscienza stessa.
Difese che la terapia contribuirà a superare riattivando il processo di crescita.