.
Per quanto riguarda le varie definizioni che la filosofia e la psicoanalisi danno del termine "daimon", e con il massimo rispetto per gli autorevolissimi personaggi che quei concetti hanno espresso, soggiungo che il termine "daimon" letteralmente significa DEMONE.
Personalmente, nel mio piccolo, in merito ho una idea diversa.
E questa idea dice che il daimon interiore, il demone interiore che disturba e guida, fin troppo spesso malamente se non tragicamente, gli esseri umani è il loro FALSO Sè, la cui reale natura non è e non può essere riconosciuta dall'individuo inconscio di sé in quanto di Sè, del proprio Sè, la sua coscienza dissociata poco o nulla conosce.
E come succede SEMPRE tra i due, tra il BENE (il Sè) ed il MALE (il daimon, il falso sè), quella coscienza solo razionale non riesce a DISTINGUERE.
Patologia psichica,”MALE”, che rapidamente può virare verso il male assoluto quando il falso sè, che infesta la coscienza, è ferocemente sostenuto da uno o più complessi di castrazione (materni e/o paterni) profondamente radicati nell'inconscio dell'individuo ed intensamente energizzati.
Tanto da impedire alle informazioni genetiche del Sè di "nascere" nell'inconscio stesso.
Ovvero la totale DISUMANIZZAZIONE.
Incapacità di DISTINGUERE degli individui più o meno razionali, incapacità inconscia ed inconsapevole, che investe e può investire ogni coscienza in tutto o in parte inconscia di Sé sia che si tratti della coscienza di Platone, di Socrate, di Jung o di Hilmann.
E se mai fosse che esso, il falso sè, fosse davvero il tramite tra presunti dei (ma per favore !!) e gli esseri umani ben fetenti e feroci divinità esse sarebbero dato che costringerebbero gli esseri umani, a causa di quel falso sé, al dolore ed alla sofferenza, all'omicidio ed alla crudeltà, al suicidio ed all'abominio.
(scritto il 05/4/25)