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Ci sono esperienze dolorose nella primissima infanzia le quali non potrebbero nemmeno chiamarsi “esperienze*”.
Nel senso che la coscienza infantile in formazione non è ancora in grado di registrarle e (per sua fortuna) nemmeno di registrare il dolore da esse provocato.
E tale dolore rimane latente nell’inconscio in qualche misterioso recesso (forse registrato in qualche modo nella materia elementare del cervello) e da lì si riverbera e si riverbererà nella vita dell’individuo.
Essendo un dolore antico che precede la formazione del linguaggio (che precede la formazione della coscienza, che di quel linguaggio, di qualsiasi linguaggio, è la fonte)
esso rimane inespresso ed inesprimibile.
E quando la coscienza in formazione comincia a registrare le prime esperienze sensoriali queste tracce mnestiche diventano da subito il linguaggio che darà espressione a quel dolore.
Tali tracce, illuminate da quel dolore inconscio, si trasformano perciò in SIMBOLI**.
Ed il sogno comincia ad usarli per quel dolore rappresentare alla coscienza.
La quale da esso si difenderà essendo esso dolore troppo insopportabile e perciò lacerante per quella coscienza in formazione.
Ma l’inconscio di quel dolore DEVE in qualche modo liberarsi rappresentandolo alla coscienza affinchè essa lo accolga, lo accetti, lo viva.
E lo viva l’ego che della coscienza è e può essere l’interruttore.
Non potendolo fare accettare, grazie al linguaggio simbolico dei sogni, alla coscienza l’inconscio trova altre strade, altri modi per rappresentarlo.
E malgrado tutto può non riuscire mai a far cogliere di esso il significato a quella coscienza nel corso di tutta la vita dell’individuo.
E solo se di quel dolore la coscienza riuscirà a comprendere il significato l’inconscio riuscirà a liberarsi di esso.
Ed esso cesserà quindi di avvelenare la vita dell’individuo.
Ma, crescendo la coscienza dissociata, le cose si sono vieppiù complicate.
In quanto quella coscienza, a causa della castrazione, non è riuscita ad integrare nemmeno un primo nucleo della sua funzione intuizione.
E perciò dei sogni che continuamente rappresentano quel dolore primario non riuscirà mai a capire il senso.
Ed esso resterà perenne nell’inconscio a tormentare la vita dell’individuo stesso.
Si diceva che l’inconscio (ed il cervello) troveranno altri modi, oltre al sogno, di rappresentare davanti ai sensi (sordi e ciechi rispetto ad ogni significato e resi tali dalla condizione dissociativa della coscienza) di esprimere (e di rappresentare) in qualche modo quel dolore.
contiuna
(scritto il 26/5/23)