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Questa cosa dei no mask e degli ipotetici complotti per sostenere le relative tesi negazioniste fa venire in mente la sindrome della cosiddetta “visione cieca” (vedasi pezzo del 23/9/200, “ Visione e percezione”).
Cosa succede in quella sindrome?.
A causa di una lesione cerebrale l’individuo non vede il punto luminoso mostratogli nella regione per lui cieca.
Se però gli si dice di allungare il braccio verso quel punto egli allunga il braccio verso la direzione esatta.
Nel caso della sindrome dei no mask questi individui vedono e percepiscono gli eventi connessi alla pandemia ma è come se la loro coscienza non li recepisse.
Li vedono e li sentono ma la loro coscienza non recepisce i relativi segnali .
Per cui per loro è come se quei fatti , assolutamente evidenti ai sensi, è come se non esistessero.
Ad essere cieca in questo caso non è la vista, come nella sindrome precedente , ma bensì la coscienza.
Non percependo la coscienza quelle realtà, peraltro evidenti ai sensi, la conseguenza è il negazionismo e la conseguente elaborazione di cervellotiche teorie complottiste .
Si tratterebbe quindi di una sindrome non della “visione cieca” ma di una sindrome della “cecità (della coscienza) rispetto alla visione”.
Che la coscienza possa essere accecata rispetto ai contenuti istintuali dell’inconscio lo si sa bene.
Questa forma di accecamento della coscienza , pur in presenza di sensi perfettamente funzionanti, a quanto pare può colpire anche la percezione mentale della realtà.
E portare alla negazione della evidenza dei fatti.
Mentre relativamente alla prima sindrome la cecità della vista è obiettivamente accertabile nella seconda sindrome la cecità della coscienza non è accertabile strumentalmente e si deve desumere dalla distorsione che la coscienza stessa opera rispetto alla evidenza dei fatti così come la esprime poi nel discorso.
Mentre nella prima sindrome è accertata una lesione cerebrale che ha interrotto la “via recente” dal nucleo genicolato laterale alla corteccia visiva nel caso della seconda sindrome l’interruzione della connessione parrebbe essere dovuta agli stessi motivi che impediscono alla coscienza di connettersi con i contenuti istintuali dell’inconscio.
Castrazione questa volta operata nei confronti della capacità di percezione della coscienza di connettersi alla realtà sensibile, pur in presenza di organi di senso perfettamente funzionanti.
Quindi dissociazione nei confronti dei propri contenuti istintuali inconsci e speculare dissociazione rispetto a determinati aspetti della realtà sensibile (sui quali quei contenuti negati vengono probabilmente proiettati) .
Se ne desume che la coscienza quindi può a volte allucinare e mostrare all'ego una realtà inesistente altre volte negargli l’evidenza della realtà sensibile.