29/9/10
Due certezze (almeno).
In psicoanalisi ci sono (almeno) due certezze.
La prima è che qualsiasi contenuto inconscio DEVE essere proiettato.
Su un oggetto che nella realtà lo rappresenti.
Questo “oggetto” può essere una parte del proprio organismo e delle sue funzioni, proprie idee di riferimento, un altro essere umano o parti di esso, oggetti della più svariata natura, costrutti concettuali illusionistici, sentimenti ed emozioni, ecc., ecc..
La seconda certezza è che quando si perde, per un qualche motivo, l’oggetto sul quale sono attestate delle proiezioni ciò provoca dolore e sofferenza almeno fino al momento in cui quelle proiezioni non riescono a trovare un altro oggetto sul quale attestarsi.
Si pensa che questo dolore e questa sofferenza siano causati dal lutto della perdita. In realtà essi sono causati dalla mancanza di riferimenti da parte di quelle proiezioni.
Il dolore è una specie di pungolo nei confronti della coscienza affinchè essa individui un nuovo oggetto sul quale attestare le proiezioni rese “orfane “ da quella perdita.
Per certi versi quel dolore è uno stimolo ad una nuova nascita, uno stimolo a superare l’avversità intervenuta.