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Quando venne il tempo George Mitchel fu chiamato a svolgere il corso di allievo ufficiale presso la scuola di artiglieria di Fort Bragg nella lontana Carolina del Nord.
Era George un giovane timido ed introverso che mai si era allontanato dalla fattoria paterna sperduta tra gli immensi campi di grano dello Iowa.
Dopo un lungo viaggio giunse alla base alla quale era stata assegnato e qui cominciò una nuova vita che più diversa di quella cui era stato abituato non poteva essere.
Rigida disciplina, lunghe ore di addestramento e di studio, estenuanti marce .
E poi addestramento ai pezzi di artiglieria , addestramento all’uso di ogni tipo di armi portatili e così via.
Dopo lunghissimi 12 mesi di corso , faticosi e intensi, venne il tempo del campo invernale che preludeva agli esami finali e , se tutto fosse andato bene, alla nomina a ufficiale ed al poter cucire sulle spalline della divisa quell’unica ma ambita barretta dorata.
George durante il tempo del corso non aveva certo mutato il suo carattere timido ed introverso.
Si era applicato con diligenza sia allo studio sia alle tante faticose esercitazioni.
Con terrore , prima di partire per le esercitazioni di tiro nel corso del campo invernale tra le montagne dei Monti Appalacchi, scoprì che gli erano stati assegnati due degli incarichi più difficili che potevano essere assegnati ad un allievo: capo pezzo ai micidiali cannoni FH70 che sparavano a 30 km granate da 60 kg e, quel che è peggio, direttore di tiro al posto osservazione obiettivi.
Incarico questo temutissimo da tutti a causa della grande responsabilità di dover fornire i dati di aggiustamento al tiro a tutta la batteria degli FH70 con il rischio sempre presente di sbagliare dati e fare disastri.
Il primo giorno di tiro al posto di osservazione George era pallido come un morto, la fronte imperlata di sudore gelato.
Era sotto gli occhi di una gran quantità di alti ufficiali e dopo alcuni minuti venne dato l'ordine di fuoco.
George aveva gli occhi incollati al suo binocolo graduato puntato sul bersaglio , distante diversi chilometri dal posto di osservazione e posto sul fianco di una grande montagna.
Un terribile sibilo sorvolo il luogo ed una grande esplosione colpi la montagna a diverse centinaia di metri dal bersaglio.
Era il turno di George ora.
Sudando freddo e traguardando con il suo binocolo calcolò rapidamente i gradi di spostamento verso ovest e verso nord e dette i dati di tiro.
Il silenzio nel posto di osservazione era raggelante e tutti trattenevano il respiro.
Dopo qualche secondo un sibilo molto più potente del primo, prodotto dalle granate della intera batteria di tiro lacerò l'aria sopra la loro testa ed un immensa esplosione cancellò il bersaglio dalla parete della montagna.
Un caloroso applauso accompagnò l’evento e George fece forza sulle gambe per non venire meno.
Finiti gli applausi il comandante del Gruppo , il temutissimo Brigadiere Generale Jeff Pappalardis, lo guardò freddamente e gli disse che benché avesse centrato l'obiettivo i dati di tiro che aveva fornito alle artiglieria non erano quelli ortodossi segnati dai manuali di tiro.
George subì in silenzio e sugli attenti quello che era con ogni evidenza un severo rimprovero .
Ma com'era possibile:Si può centrare un importante obiettivo pur violando le regole della ortodossia !?.
Anzi parrebbe addirittura che lo si possa centrare solo se non ci si attiene a quelle regole.
George divenne comunque sottotenente dell'esercito americano e quando dopo un anno fu posto in congedo ancora rifletteva, perplesso, sul pazzesco rimprovero che aveva ricevuto.