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Esseri umani trasportano enormi blocchi di pietra da lontane montagne fin in  mezzo al deserto e con enorme pazienza ed enorme fatica costruiscono le piramidi.

Altri,  in epoca diversa,  costruiscono, su palafitte (!!!) , una straordinaria meraviglia come Venezia con le sue luci e le sue ombre.

Un altro togliendo, scaglia dopo scaglia, il di più da un grande blocco di marmo bianco scopre in esso la Pietà.

E Michelangelo in effetti così pensava .

Che quella meraviglia della creatività fosse dentro quel blocco di marmo  da sempre.

E che aspettasse da sempre  che qualcuno la liberasse dal di più e la svelasse alla luce.

(E non che avesse torto !. Perchè anch’io  credo che la coscienza del Sé sia geneticamente innata e che bisogna togliere ,  scaglia dopo scaglia , il di più per renderla finalmente alla luce).

Lo stesso Michelangelo , con gran fatica , scopre, nel senso proprio di svelare ciò che era già lì da sempre,  in un altro blocco di marmo il Mosè.

Oppure dipinge la Cappella Sistina e realizza simbolicamente in quelle figure ciò che il Sé dell’individuo "dipinge" poco per volta all’interno della  propria coscienza cioè: la sua immagine., l’immagine del suo Sé.

Un altro, Giuseppe Sammartino,  ritrova invece il suo Sé inconscio nel Cristo velato nella cappella Sansevero di Napoli.

J. S. Bach riproduce la potenza creativa del suo inconscio nel linguaggio musicale suonandolo in capolavori musicali di eccelsa bellezza.

Dante rappresenta i contenuti del suo inconscio e il processo di crescita psichica in un poema , La Divina Commedia.

E d’Arrigo lo descrive a suo modo in Horcynus Orca rappresentandovi sia il processo di crescita che il complesso di castrazione.

Ed una miriade di intelligentissimi babbioni,  terrorizzati da ciò che è contenuto in quel luogo delle  meraviglie che è il loro stesso inconscio ,che è la loro stessa vita,  dissertano sul sesso degli angeli essendo inconsci alla loro stessa sessualità.

 

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