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L'interazione tra la coscienza dello analista e quella del paziente (e siamo anche qui ad una forma di comunicazione subliminale) è notoriamente benefica e terapeutica in quanto consente a significati del Sè del paziente di essere comunicati a quella coscienza , mutandola.
Senza l'ostacolo delle resistenze razionali sempre attive.
Ma esiste anche un controtransfert tra coscienza del paziente e coscienza dell’analista.
Ed esso non è nè benefico né terapeutico.
Anzi.
Tale meccanismo generato dal complesso di castrazione del paziente tende ad inibire la capacità di comprensione dell’analista tendendo ad operare una sorta di castrazione occasionale rispetto alla sua coscienza.
Credo che questo meccanismo sia stato definito come tentativo di "rubare il fallo" all’analista o anche ,impropriamente , come "invidia penis".
Ma di ben altro si tratta.
Esso in presenza di complessi di castrazione particolarmente potenti e di coscienze di scarsa consapevolezza da parte dello analista può indurre nello stesso una perdita, seppure temporanea, di coscienza.
Parrebbe peraltro che la capacità di inibizione del complesso di castrazione sulla coscienza dell’altro funzioni solo a livello di inibizione della funzione razionale e non anche a livello di funzione intuizione.
Se ne dovrebbe dedurre perciò che il complesso di castrazione (lato coscienza) del paziente sia un costrutto che riguardi solo la coscienza neuronale e non anche quindi la coscienza quantistica.