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Il complesso materno è (dovrebbe essere ma fin troppo spesso non è) nella prima fase della vita il campo di addestramento basico per addestrare la coscienza infantile all'uso degli “attrezzi” elementari da predisporre per il successivo sviluppo della crescita psichica fino alla età adulta.
Quella piccola coscienza viene aiutata , grazie al rapporto con la coscienza materna (o paterna) adulta, alla integrazione di una funzione intuizione in grado di svilupparsi, a sviluppare un rapporto costruttivo con la funzione onirica (e con i significati che essa veicola) , ad riconoscere i contenuti istintuali dell’inconscio ed i relativi istinti.
Via via che nel corso della infanzia la coscienza infantile sviluppa le sue attitudini alla crescita psichica il complesso materno (o paterno) lentamente recede , cedendo il passo al rapporto tra quella coscienza ed il Sè dell’individuo e ciò per tutta la durata della fase adolescenziale .
Fino al completamento del processo di crescita psichica.
Così dovrebbe essere e cosi fin troppo spesso non è.
La figura materna (o paterna) viene introiettata nell’inconscio del bambino e dell’adolescente e diventa per tutta l’infanzia e l’adolescenza il motore energizzante che dovrebbe aiutare la coscienza a sviluppare una normale crescita psichica.
Se la figura parentale non ha sviluppato il proprio processo di crescita psichica il complesso materno (o paterno) diventerà invece nell’adulto il motore energizzante che alimenterà ed azionerà le tante coazioni a ripetere (i tratti caratteriali dell’adulto, alcuni dei quali assunti dalle figure parentali ed altri sviluppati autonomamente).
L'individuo adulto da una parte avrà bisogno di quella dipendenza e dall'altra parte tenterà continuamente di affrancarsi , inutilmente, da essa.
Da una parte permarrà il conflitto contro il proprio Se negato e dall’altra parte sarà attivo il conflitto contro quella pur indispensabile dipendenza.
Il complesso materno (o paterno) verrà dall’adulto/a proiettato sul proprio partner che diventerà da una parte una guida indispensabile dalla quale peraltro continuamente cercare l'affrancamento.
Inutilmente.
E ciò fino a quando la struttura psichica che dovrebbe sostituire quel complesso (la crescita psichica e l’accettazione del proprio Sè , l’accettazione di se stesso) non sia attiva .
Fino a quando cioè l’individuo non assumerà su di sé la responsabilità di sè stesso e della propria vita.