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Più vado avanti con questo lavoro è più osservo  (e riferisco)  di  quanto possa essere attiva nell' altro la sua vita psichica inconscia quando ad essa si da  l’opportunità di esprimersi e di via via liberarsi.

E tutto nella assoluta inconsapevolezza del soggetto interessato.

E come avere a che fare con due persone diverse: Una che crede di essere psichicamente sana  che giocherella con la sua "magnifica" razionalità (e che è  invece evidentemente e profondamente malata)  ed una che è sana e vitale e che cerca di liberarsi dalla malattia della propria coscienza.

So che la schizofrenia non è più di moda nei vari DSM ma la vera schizofrenia , la separazione dell'individuo in due parti cosi profondamente "separati in casa" , è proprio questa.

Non la spaccatura della coscienza ma la spaccatura della psiche in due parti in perenne conflitto.

E la vecchia schizofrenia , quale che fossero le sue caratteristiche , di questa ben più severa patologia mentale simbolicamente riferiva.

La psicoanalisi, nel suo stadio attuale, è ancora una scienza pioneristica i cui "pionieri" , almeno a leggere i loro libri, sono ben lontani dall'aver intuito la gravità della condizione psichica di massa.

Insisto su una vecchia idea: Finita la terapia ,clinica o didattica che sia, occorre sganciarsi immediatamente dal proprio analista ,abbandonare ogni scuola o corrente di psicoanalisi , superare il periodo di latenza ed iniziare per proprio conto una autoanalisi.

Seguendo la propria strada genetica cui ciascuno è destinato.

Non si diventa coscienti e consapevoli di sè in un anno o due o assecondando le sciocchezze teoriche prevalenti e di gran moda.

Mi chiedo per l'ennesima volta, allargando il discorso :Come può una specie sopravvivere con queste condizioni psichiche diffuse ?.

 

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