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Se si osserva la mappa del Nord America che riporta la diffusione del Covid19 e del numero di morti  si noterà che nel Canadà i puntini rossi che indicano la diffusione della pandemia ed il numero dei morti sono radi e sporadici.

Se si osserva al disotto della lunga linea di confine rettilinea tra il Canadà e gli Stati Uniti si noterà invece  che la superficie di questi ultimi è praticamente colorata tutta di rosso soprattutto lungo gli stati della costa orientale, più industrializzata , meno agricola, più acculturata, a maggiore densità di popolazione.

Trump ha vinto la sua prima elezione promettendo mari e monti contro le tasse e contro la disoccupazione.

Dapprima ha diminuito le tasse ai ricchi ed ai superricchi (lui compreso) e poi  ha favorito l’occupazione sia riaprendo le miniere di carbone sia con altri provvedimenti che nella prima metà del mandato hanno favorito quegli obiettivi mettendo così le basi per una successiva rielezione .

Però ad un certo punto è scoppiata in tutto il mondo la pandemia.

E mentre paesi civili come il Canadà hanno preso i provvedimenti suggeriti dalla scienza e dal buon senso per difendere le loro popolazioni, favoriti in questo da un Servizio Sanitario Nazionale generalista, Trump ha scelto di non prendere tali provvedimenti per evitare un tracollo della economia che era il  punto di forza che poteva favorire la sua rielezione.

Una scelta che è poco definire cinica e che ha provocato migliaia e  migliaia di morti sopratutto tra gli afroamericani, gli ispanici, i cittadini a basso reddito che non potevano permettersi le costose assicurazioni sanitarie.

Una quantità di persone che presumibilmente mai avrebbe votato per lui e per i repubblicani.

Un vero e proprio tentativo di “pulizia” etno-sociale.

Al momento delle elezioni quando le cose sono andate come sono andate ben si capiscono allora gli strilli contro i supposti brogli e le supposte truffe.

Come quando al gatto sfugge il sorcio da tra i denti.