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Nell’antica Cina era in vigore l’usanza di fasciare i piedini alle bambine appena nate per impedire ad essi di crescere.
Il fatto che ciò facesse insorgere atroci dolori a in quegli organi per tutta la vita della piccole era a quanto pare indifferente agli “amorevoli” genitori.
E soprattutto alle madri che a loro volta da bambine e da adulte avevano vissuto quelle sofferenze.
Quale’era il significato di quell’antica usanza , di quei comportamenti disumani socialmente approvati e forse socialmente imposti ?.
Essi rappresentavano una forma di castrazione della sessualità femminile.
E si riteneva che limitando lo sviluppo dei piedi (anche allora simbolo della sessualità) si limitasse lo sviluppo della coscienza almeno per quanto riguardava la presa di coscienza degli istinti sessuali.
E’ facile capire perché.
In presenza di maschi a loro volta castrati psichicamente e terrorizzati dalla dirompente , presumevano, sessualità femminile quella castrazione rassicurava maschi semiimpotenti a causa di quella castrazione che a loro volta avevano subito.
Ricorda qualcosa quella antica usanza ?.
Ma certo .
Ricorda l’escissione del clitoride femminile e l’infibulazione ancora oggi barbaramente praticate sulle giovani donne in alcune subculture.*
Pratiche queste rappresentanti lo stesso identico significato della antica fasciatura dei piedi.
E tutti questi comportamenti ci dicono che la castrazione psichica si pratica da parte degli “amorevoli” genitori a mezzo della sofferenza e del dolore.
Andiamo oltre.
A causa di quelle orribili fasciature costringenti succedeva che il codice genetico che invia alle cellule dei piedi le sue informazioni indirizzate alla crescita dei piedini forzavano i tessuti ossei e muscolari producendo terribili e dolorose deformazioni.
Si costruiva cioè in quei piedi deformati e dolenti una sorta di “falso sé”dei piedi.
Dei piedi orribilmente deformati che ben poco avevano a che fare con dei piedi normali.
Si è capito dove voglio arrivare ?.
continua