La matematica avanzata elabora continuamente tecniche che hanno funzioni predittive circa specifiche modalità di funzionamento della materia (per esempio il matematico G. Ricci Curbastro aveva elaborato negli anni ’80 del 1800 equazioni descrittive della teoria della relatività ben prima che Einstein formulasse quella teoria.)
Tutto ciò nasce dal convincimento che la materia elementare di cui è composto tutto l’Universo non possa funzionare che secondo i principi della logica umana.
Per cui i principi di funzionamento ed i fenomeni della materia elementare, quali che essi siano, sono sempre indagabili da quella logica.
Se affiorano talora fenomeni che quella logica non riesce a comprendere, semplicemente si ricerca un ampliamento di quella logica allo scopo di comprendere in essa anche tali imprevisti fenomeni.
Non si prende in esame la possibilità che ci possano essere nella materia elementare meccanismi di funzionamento e fenomeni che funzionano in modo del tutto altro rispetto alla logica umana e pertanto non indagabile (e nemmeno “visibili”) da essa.
Punto di vista II:
Dato che il cervello funziona avendo alla base i neuroni che però sono costituiti in fondo da materia elementare (atomi e molecole, come del resto tutto l’Universo) c’è da pensare che la logica così come espressa dal cervello (e dalle sue informazioni cioè la mente) non possa che essere il prodotto ultimo dei sistemi di funzionamento della materia elementare ed ad essa assolutamente congruente.
E pertanto assolutamente coerente ad ogni suo principio di funzionamento e quindi strumento assolutamente esaustivo (almeno in prospettiva) rispetto alla comprensibilità dei fenomeni e dei principi di funzionamento di quell’ambito.