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Vogliamo telefonare a Georgina, una cara amica, ma non ricordo il numero di telefono.
Uno si sforza , niente.
Georgina , quel numero telefonico, Fefè il suo compagno, i suoi due figli (la loro memoria, il loro ricordo) sono memorizzati in un gruppetto di neuroni.
Quel cavolo di numero è memorizzato in due o tre neuroni che “hanno perso carica”, sono deprivati energeticamente e quindi quel numero è stato dimenticato.
Riflettiamo , cerchiamo di associare , ci sforziamo in tutti i modi ed infine quel numero ci viene in mente.
Possiamo finalmente telefonare alla nostra amica.
A forza di sforzare la memoria essa ha individuato i due o tre neuroni oscurati, diciamo pure scarichi, li ha illuminati* (ha eccitato dei loro elettroni), ha letto il loro codice digitale che rappresenta quel numero telefonico, ecc. ,ecc..
Come per la funzione onirica e per la funzione intuizione (che leggono però il not di quel codice cioè il significato della esperienza) la memoria legge solo il codice digitale di quei due o tre neuroni.
E quindi anche la memoria è una funzione quantistica.**
(*) Stesso meccanismo descritto in “Funzione onirica e memoria (1)”.
(**) Questa cosa che la memoria potesse funzionare in modalità quantistica avevo cominciato ad intuirla quando più volte nel tempo, a distanza di ore, cercavo di ricordare due sogni fatti nella notte ed inevitabilmente ne ricordavo uno e non riuscivo mai a ricordare l’altro.
Come se la memoria funzionasse in modalità appunto quantistica applicando a sé il principio di indeterminazione di Heisemberg.