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Un giorno Galileo mise in un tubo delle lenti artigianali e scoprì un mondo nuovo nel cielo.
Vide i crateri della luna, che prima si pensava fossero semplici macchie, e osservò meglio i pianeti più vicini alla Terra.
Il tempo passa e a quell’antico cannocchiale si applicò un dispositivo che muoveva le lenti e faceva vedere un pò più lontano.
Il cannocchiale perciò aveva due posizioni, la tacca 1 e la tacca 2.
Il tempo passa , le cose cambiano e tutti i professori di cannocchialismo continuavano ad insegnare la materia addestrando i loro volenterosi allievi all’uso della tacca 1 e della tacca 2.
Un giorno uno di questi allievi, che per motivi suoi non aveva potuto seguire i corsi ufficiali, decise , curioso, di proseguire da solo lo studio sul pregiato cannocchiale.
Prova oggi e prova domani, guarda sopra e guarda sotto ed un giorno scopre , con sorpresa, che il cannocchiale ha anche una tacca 3.
Osserva e vede lo spazio del cielo in un modo diverso, osserva un orizzonte più ampio e con molti più dettagli.
E continuando a studiare sopra e sotto il cannocchiale scopre che di tacche da esplorare ce ne sono , incredibile, ben 12.
E via via che aumentava la potenza dell’attrezzo , quattro tacche, sei tacche e così via si scoprono nuovi pianeti , nuove galassie.
E il cannocchialista curioso puntualmente ne riferisce.
Sette tacche, nove tacche e si scoprivano nuove costellazioni.
Dieci, dodici tacche e si osservava finalmente il deep space che nessuno aveva mai osservato.
E le visioni risultanti , una tacca dopo l’altra, sono addirittura stupefacenti.
Egli prende sempre diligentemente appunti sulle sue osservazioni , ben contento di avere dato un suo piccolo e personale contributo a quella scienza.
Apriti cielo!.
Quando gli altri cannocchialisti vengono a sapere cosa ha osservato e scritto quell’incauto cannocchialista , anzichè studiare meglio il loro cannocchiale per vedere come mai si erano fermati alla tacca 2, cominciano a strillare al pazzo , al delirio ed alla farneticazione.
E gli altri corifei, al limite dell’ebetismo, a seguire.
I tempi sono per fortuna cambiati e nessuno invoca (almeno a voce alta) il rogo o l’abiura.
Ed anziché vedere come quelle nuove scoperte astronomiche possono aiutare coloro che soffrono , ed ai quali gliene frega poco delle teorie altarini e delle teorie monumento, quei cannocchialisti ed i professoroni di cannocchialismo continuano a cliccare sul tasto delete sperando che tutto ciò magicamente sparisca .
(*) Il cannocchiale di Galileo (1) del 7/8/08 è nell’“Indice selezione di racconti” in questo sito.