14/4/09
La coazione a ripetere.
Quando si è vissuti nella infanzia o nella adolescenza una esperienza fortemente negativa che ha lasciato una traccia intensamente emotiva nell’inconscio ciò determina nell’individuo adulto il bisogno di ripetere in quel nuovo scenario adulto l’esperienza negativa a suo tempo vissuta.
E’ come se quella antica esperienza traumatica avesse inscritto nell’inconscio un programma di azione che continuamente induce l’individuo in comportamenti (anche complessi ,anche differiti nel tempo) tesi a realizzare la sopravvenienza di un evento simile, per effetti emotivi, a quello già vissuto.
Se il trauma vissuto è per esempio un abbandono da parte dei genitori la coazione a ripetere metterà in campo strategie comportamentali aventi per bersaglio le persone legate al soggetto da importanti legati affettivi (in primo luogo il partner) e tese a costringere quest’ultimo ad “abbandonare” il soggetto.
E non è sufficiente che questa strategia abbia successo una volta.
Essa viene rimessa in campo ogni volta che si consolida un nuovo legame affettivo con l’altro/a.
E’ come se l’inconscio (in questo caso vero e proprio “organismo psichico”) tentasse di espellere da sé un bubbone malefico e non riuscendovi a causa dei blocchi di comunicazione tra l’inconscio stesso e la coscienza inducesse dei comportamenti che nel complesso ripropongono a livello reale ed emotivo l’esperienza originaria.
Il modo forse unico e sicuro di superare la coazione a ripetere è indurre il soggetto attraverso il dialogo analitico di prendere coscienza di quell’antico trauma disattivando così il meccanismo coattivo.
Ovviamente condizione preliminare affinchè ciò avvenga è che l’analista individui intuitivamente il problema in argomento per poi poterlo restituirlo, in altra forma, alla coscienza del soggetto
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