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I gatti sono una specie presumibilmente felice.
Non solo perché, a differenza di molti umani, le loro coscienze hanno tranquillamente integrato fin cuccioli il rapporto competo con la loro reale natura ma anche perché hanno avuto , anche per questo ,una infanzia felice.
Quella infanzia ha strutturato nella loro coscienza una “piattaforma” di gioia, di amore, di tenerezza , di dolcezza , di piacere per quanto riguarda l’esperienza dei loro sensi più primitivi (gusto, tatto e olfatto).
Forse perfino di felicità.
A questa “piattaforma” il gatto , la sua coscienza, ritorna e regredisce ogni volta che ne ha occasione o è a ciò sollecitato .
Il carezzarlo fa regredire quella coscienza felina a quella piattaforma infantile e ciò ci manifesta nella realtà per esempio con le fusa e con il famoso “impastare il pane”.
L’infanzia di molti umani non è stata altrettanto fortunata.
Le prime esperienza infantili che hanno bloccato la crescita psichica sono intrinsecamente legate alla sofferenza ed al dolore del distacco e dell’abbandono di sè.
Dolore e sofferenza che la coscienza infantile non ha potuto percepire essendosene difesa per evitare di esserne travolta e distrutta.
Mancando quella “piattaforma” di gioia e di piacere iniziale la coscienza dell’adulto non ha un “luogo” al quale regredire ogni volta che ve ne sia necessità.
Uno dei luoghi possibili di quella regressione è ovviamente il sonno che talora dal continuo ruminare della coscienza stessa è disturbato così come talora è disturbato dai sogni che tentano do portare a quella coscienza ciò che le esperienze infantili hanno impedito.
Accade talora , e la terapia analitica ne è spesso una potente concausa, che un improvviso ed inaspettato ampliamento della esperienza doni a quella coscienza , a suo tempo così precocemente diseredata , un nuovo “luogo” nel quale regredire all’occasione.
Ampliamento di esperienza che può portare con sé tutto ciò che l’infanzia non ha potuto portare con in più la sessualità.
E ciò che nella infanzia non si è potuto vivere quell’ampliamento dona: gioia, amore, tenerezza , dolcezza , piacere per quanto riguarda l’esperienza dei sensi più primitivi (gusto, tatto e olfatto), forse perfino felicità.