Tra tanto scrivere (un fiume, una marea , una enciclopedia) alcuni punti fermi:

-          Interpretare i sogni razionalmente, razionalizzando, è un inutile esercizio intellettuale. I sogni DEBBONO essere interpretati SOLO intuitivamente;

-          Non è il sogno ad essere mutageno. Sono i suoi significati (interpretati intuitivamente) che mutano la coscienza , la personalità, ecc., ecc.;

-          L’esperienza infantile, ostile al Sé, costruisce nella coscienza delle protesi, una specie di falso sé. Da qui tutti i guai. Tanto più orribile è quella protesi , tanto più essa è lontana dalla reale e profonda natura dell’individuo tanto più orribile sarà la vita dell’individuo stesso;

-          Si prende coscienza del vecchio (e se ne disattiva l’incidenza nella coscienza e nella personalità) quando si è già presa coscienza del nuovo (cioè della corrispondente parte del proprio Sè della quale il vecchio, quel particolare vecchiume, costituiva protesi);

-          Dal momento in cui si prende coscienza (intuitivamente) di qualcosa di inconscio , di un qualche significato inconscio (cioè dal momento in cui una nuova informazione strutturante entra nella coscienza) fino al momento in cui la coscienza muta intercorre un lasso di tempo nel corso del quale l’intera coscienza rielabora il suo patrimonio di informazioni complessivo subito dopo avere preso atto della nuova informazione ricevuta;

-          Fondamentalmente esistono due forme di intelligenza:quella razionale e quella intuitiva. A voler essere più precisi esiste una forma di intelligenza per ogni linguaggio esistente nel mondo della conoscenza. Ad essere in grado di mutare la coscienza è però solo l’intelligenza intuitiva;

-          Esistono due forme della coscienza:la coscienza sensoriale e la coscienza del Sé;

-          Senza l’inconscio ed i suoi contenuti l’essere umano è nulla, un povero essere dissociato da sé, dalla sua vita, dal mondo;

-          L’ego non conta nulla fino a quando non comincia a prendersi cura di sé, del proprio Sé, della propria vita interiore. Il narcisismo è solo una ridicola e patetica protesi di quel grande compito.

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