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Se è vero (questa locuzione l’ho fin qui ripetuta mille volte e avrei forse dovuto ripeterla un milione di volte data l’inverificabilità di ciò che ho fin qui espresso) se è vero , dicevo , che la situazione dell’inconscio represso è , dal punto di vista quantistico, quella descritta nella pagina precedente, anche relativamente al controtransfert ed alla sua capacità risanatoria c’è da dire qualcosa.
E’ noto , relativamente ai meccanismi quantistici , che l’osservazione muta la natura del fenomeno osservato per cui ciò che si viene a conoscere non è la natura di quel fenomeno ma come esso è mutato a causa di quella osservazione.
Applichiamo questo concetto al controtransfert.
L’osservazione della comunicazione transferale fa conoscere la reale natura del fenomeno cioè la condizione psichica dell’inconscio altro.
Nulla muta dato che è un meccanismo quantistico (il transfert) che osserva un altro meccanismo quantistico (la condizione psichica dell’inconscio altro).
E fin qui quindi l’osservazione NON muta il fenomeno osservato.
E quella osservazione anzi riferisce di una condizione di fatto.
Nel momento in cui la coscienza interpreta il sogno che rappresenta quella comunicazione la situazione cambia di colpo e l’interpretazione della coscienza rispetto a quel sogno ,”osservazione” che è di natura fisica diversa da quella del transfert, muta istantaneamente l’informazione relativa a quella condizione psichica.
E ciò che il controtransfert veicola alla coscienza malata dell’altro, è una informazione che riferisce non di com’è di fatto il suo inconscio (esso pure “malato”) ma come invece esso dovrebbe essere.
Ne riferisce cioè una condizione specularmente reciproca, opposta, rispetto a quella reale: Da condizione malata a condizione sana.
La coscienza dell’altro a sua volta, ricevuta l’informazione , a feedback interagisce con il suo inconscio riferendo la buona novella .
A seguito di ciò muta anche la condizione dell’inconscio dell’altro il quale inconscio a sua volta a feed back indurrà un mutamento risanatorio alla propria coscienza.
Ed il gioco è fatto.
Si può ben pensare a questo punto che per quanto patologica possa essere una situazione psichica essa si rappresenterebbe sinteticamente nell’inconscio e nella coscienza con un solo neurone in condizione “zero”.
E quell’amabaradam di comunicazione muterebbe quindi quella condizione neuronale da zero ad uno.
Ed il risanamento psichico sarebbe cosa fatta (fatto salvo il tempo di isteresi necessario alla coscienza per completare il processo).
A questo punto superato progressivamente il sovraccarico energetico dell’inconscio si dovrebbe osservare una progressiva remissione dei sintomi e delle patologie organiche.
I clinici con i loro farmaci esulterebbero , gli psicoanalisti pure avendo avuto conferma delle loro teorie, il soggetto malato in via di guarigione sarebbe il più felice di tutti ed infine Karl Popper dalla tomba esulterebbe ,a suo modo, avendo avuto finalmente la sua verifica sperimentale.
(*) Ed a questo risultato , quale che sia la sua fondatezza e la sua qualità, sono comunque giunto grazie al solo uso di un buon vecchio attrezzo donatomi aggratis da Madre Natura.
A me come a tutti gli esseri umani.
E quindi come direbbe Sheldon Cooper della serie tv “Big Bang Teory”: “Grazie cervello”.