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L'aiuto terapeutico fornisce al Sè dell'individuo il sostegno possibile per aiutarlo ad evolvere, in presenza di una coscienza particolarmente ostile.
È una lotta non facile che costerà all'individuo notevoli sofferenze fisiche e non, indotte da quella coscienza malata e dalle sue potenti resistenze al mutamento.
Se l'individuo regge, se regge il suo cuore, il suo coraggio e la difficoltà di sopportare il sé stesso malato* (che in fondo di questo si tratta), se la coscienza riesce a mutare quel Sè potrà evolvere verso la coscienza del Sè.
Ma nessuno può saperlo in corso d'opera e ovviamente nessuno può prevederlo prima.
Negli altri casi, al di fuori dell’aiuto terapeutico, assisteremo ed assistiamo ad un mondo di “bambinetti malati”, che credono pateticamente di essere adulti, e che riversano la loro malattia mentale su sè stessi, sui loro cari e sugli altri.
Ed, a seconda della gravità della loro patologia mentale e dell’ambizione (ad essa correlata) che li sospinge e del livello di potere sociale raggiunto, gli “altri” su cui quella patologia si proietterà e si riverserà saranno: Il proprio stesso popolo, il popolo del vicino, il c.d. “nemico giurato”, gli ebrei, i palestinesi, gli ucraini, i russi, gli americani, i migranti, i poveri, i malati, i diversi, ecc., ecc., ecc..
Il mondo di oggi insomma.
Così come il mondo di ieri e quello di domani.
(*) Della quale le sofferenze sofferte del Cristo nel trascinare la propria croce sono fedele rappresentazione.
. (scritto il 19/4/24)