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Il dolore della patologia, qualunque sia il tipo di patologia, è esso pure una rappresentazione di un dolore molto più profondo: E’ il dolore del Sé negato, è il dolore del codice genetico a cui è stato impedito di realizzare il suo progetto nella coscienza.
E’ questo lo stesso dolore dell'animale selvatico rinchiuso in una piccola gabbia, è lo stesso dolore dell'animale selvatico costretto ,attraverso le punizioni corporali, ad eseguire comportamenti per lui innaturali , è il dolore dell'uccello rinchiuso in una gabbia che gli impedisce di volare (la sua stessa vita) , è il dolore della Natura che viene costantemente distrutta e manomessa , è il dolore inflitto da “amorevoli” genitori alla piccola bambina cinese nell'antica Cina alla quale fasciavano strettamente i piccoli piedi per impedir loro di crescere.
E’ il dolore delle donne cui viene negata la loro femminilità, è il dolore delle donne cui viene brutalmente negata , o per meglio dire castrata fisicamente, la propria sessualità ed il proprio diritto al piacere a causa di orribili escissioni .
E’ il dolore inferto al bambino ebreo quando gli si castra, chirurgicamente , una parte del suo piccolo pene.
E' il dolore del pappagallo rinchiuso in una gabbia che urla ripetutamente la sua disperazione mentre intorno dei beoti gli dicono, sorridendo: Dì ciao, dì ciao.
Nel corso del processo di crescita quel dolore latente ed antico viene vissuto lentamente, poco alla volta, ma va comunque vissuto e percepito.
E di esso occorre prendere coscienza.