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In mezzo ad una sperduta brughiera c’era una piccola casetta di un solo piano.

Subito sotto, sotto terra,  un altro piano poco conosciuto.

Sul tetto dentro un piccola stanza viveva un ometto qualsiasi.

Tra il piano sotto ed il piano sopra c’era un ascensore la cui porta bloccata non si riusciva di aprire chissà da quanto tempo.

Tanti inquilini si erano succeduti in quella casa e sia per le terribili bufere che  la squassavano da tutte le direzioni  sia per la paura che quello sconosciuto sotterraneo faceva a  tutti , pur senza averne mai conosciuto il contenuto.

E non avendolo mai conosciuto su di esso si erano accavallati nel circondario terrifiche leggende.

L’ometto del piano di sopra decise un giorno di conoscere meglio questa sua proprietà.

A cominciare dalla trucida porta dell’ascensore.

Scese giù con la cassetta degli attrezzi e cominciò a smanettare attorno alla serratura .

Prova oggi prova domani finchè riesce ad aprire in quella vecchia porta cigolante una piccola fessura.

Arretrò di colpo investito dal  terribile tanfo di morte che da quella  fessura lo investì.

Attese che la puzza venisse tutta fuori ,fermandosi esitante e chiedendosi se le terrifiche leggende che circolavano in quella landa desolata non avessero un qualche pericoloso fondamento.

Si fece coraggio ed allargò un poco il varco.

Stanco andò a dormire ed il suo sonno quella notte e tutte le notti successive fu tutto un brulicare di immagini  e suoni, un vero cinema.

Il giorno dopo allargò ancora il varco e cominciò il lavoro per far funzionare l’ascensore.

In sostanza si accorse che per quel lavoro della cassetta degli attrezzi gliene servivano solo quattro In particolare utilissimo si rivelò un grosso e lungo cacciavite.

E lentamente da quel misterioso sotterraneo cominciò a venire fuori ... CONOSCENZA.

Un giorno si accorse che la casa aveva ora due piani fuori terra e qualche tempo dopo che quei piani erano diventati tre.

E questo terzo piano fuori terra cominciò ben presto a rivelare qualità insospettabili .

Intanto uscivano  da esso una enorme quantità di elfi , folletti , fauni , gnomi e fatine  .

Cominciarono a svolazzare per tutta la casa dalla cantina fino all’ultimo piano emettendo ciascuno un suo particolare gradevole suono.

Taluni emettevano invece gradevoli e sconosciuti odori, altri curiose luminescenze ed alcuni sfioravano dolcemente e gradevolmente la pelle .

Altri facendo un divertente solletico.

Alcuni ,piccole stringhe di zucchero filante ,allappavano la lingua dandole gioia.

Nel frattempo anche il terribile tempo della brughiera cominciò a mutare e dapprima timidamente poi sempre più frequentemente un pallido sole riscaldò le grandi distese di erica.

Il tempo migliorò sempre e l’ometto ogni tanto si stendeva sul terrazzino dell’ultimo piano a godersi , sulla panza, il mite sole di primavera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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