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Quando si parla di ereditarietà genetica relativamente alla psiche ed alla sua configurazione si dovrebbe invece parlare di una eredità quantica e della potente capacità emulativa della coscienza infantile rispetto alla coscienza dell’adulto.
Mentre l’ereditarietà dei caratteri fisici viene dal codice genetico (così come le informazioni/significati necessari per costruire nella coscienza l’immagine del proprio Sé) sono i mutamenti quantici , i quali mantengono nel tempo la loro efficacia nella atemporalità della materia elementare , a “trasmettere” la loro azione dalla psiche dell’ambito alla psiche infantile .
E così il passato di ciascuno si riproduce , nei suoi effetti psichici (molto spesso patologici e patogenici), nella psiche dei figli.
Mentre il sovraccarico libidico degli inconsci parentali satura , a causa del transfert , ben presto il piccolo inconscio infantile (determinando così un futuro “altro da sè” in quella psiche) per quanto riguarda la coscienza infantile saranno i significati della comunicazione parentale, la capacità emulativa della coscienza infantile ed i mutamenti quantici che la coscienza quantistica dell’adulto impone alla corrispondente coscienza infantile che determineranno le regole di quella coscienza.
Come a dire che il passato non muore mai ed i figli “ereditano”, una generazione dopo l’altra, nel senso sopra indicato , condizioni psichiche che potrebbero risalire anche all’età della pietra. Creando così talora condizioni umane e sociali corrispondenti.
Si può quindi parlare , nel senso sopra indicato , di ”ereditarietà della energia" e di “ereditarietà della informazione".
Senza che in ciò nulla c’entri il codice genetico.