25/3/09
La funzione della teoria in psicoanalisi.
La teoria che volta a volta ciascuno riesce più o meno intuitivamente ad elaborare non è neutrale rispetto al processo di crescita.
Ogni volta che si intuisce il significato di uno dei contenuti dell’inconscio (di uno dei simboli onirici o di qualsiasi altra forma simbolica che si sottopone all’osservatore) la coscienza (che integra in sé quel significato) rielabora il complesso delle sue informazioni alla luce della new entry e produce una nuova teoria più o meno parziale , più o meno complessiva sul funzionamento della psiche.
Perché ciò possa avvenire occorre preliminarmente porsi nella assoluta disponibilità a superare qualsiasi teoria precostituita così come appresa dai testi di psicoanalisi.
Siano essi scritti da Freud, da Jung, da Adler e da chiunque altro.
Porsi cioè nell’ottica di essere disponibile a smitizzare ogni mostro sacro che si sia incrociato nel proprio percorso culturale (se incontri il Budda uccidilo!).
Successivamente a questa fase di destrutturazione culturale (di destrutturazione delle PROPRIE costruzioni culturali) occorsi porsi nell’ottica, ogni volta che si elabora una nuova personale teoria nelle modalità cui sopra si è accennato , di essere disposti, ogni volta che ciò sia necessario, ad abbandonarla ed a superarla con una nuova forma teorica.
La cosa non marginale.
La teoria, qualsiasi teoria, è infatti strutturante.
Cioè struttura costrutti nella coscienza che servono successivamente da “guida”, da pista per i successivi passi del processo di crescita e di sviluppo della coscienza e della psiche.
Restare ancorati ad una teoria asfittica (e le teorie di Freud e dei suoi allievi lo sono al massimo grado mentre lo sono meno le teorie elaborate a suo tempo da Jung) significa condannarsi ad un percorso di crescita psichica asfittico che rinnega e nega il proprio Sé.
Superate anche le teorie junghiane e approdati ad un proprio originale costrutto teorico si può cominciare a lavorare per distruggere la propria teoria , fin lì acquisita, allo scopo di elaborarne di nuove e più avanzate.
Tenersi cioè pronti ad elaborare una nuova teoria che non sia castrante rispetto al processo ma sia invece adiuvante rispetto ad esso.
E tanto più aperta sarà la nuova teoria tanto più spazio ci sarà per procedere nel lavoro e dare ulteriori riconoscimenti ai contenuti emergenti dell’inconscio.
Come ben si comprende tra elaborazione della teoria e processo di crescita esiste un meccanismo continuo a feedback che ove non bloccato da una teoria cristallizzata consente una sempre più proficua espressione e manifestazione dei contenuti dell’inconscio.
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