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È stato tra il 1887 ed il 1920 un grande matematico indiano.

Assolutamente notevole la sua capacità di INTUIRE complesse formule matematiche e profondi principi di tale materia.

Delle quali a volte non sapeva o non poteva dare dimostrazione.

Dal che lo scontro tra la sua fervida intuitività e i “diversamente intelligenti” matematici di Cambridge.

È possibile che la coscienza di Ramanujan, il quale apparteneva alla casta dei bramini, sia stata fin dalla infanzia addestrata al simbolismo di cui è ricca la religione induista nelle sue varie articolazioni.

Il che ha consentito a quella coscienza l’integrazione e lo sviluppo della funzione intuizione.

Che in lui era diventata il canale di espressione spontanea di svariati contenuti istintuali del suo Sé e del suo inconscio.

Che nelle sue complesse formule matematiche si rappresentavano.

Che l’induismo ed il suo grande patrimonio simbolico abbia contribuito a sviluppare in modo particolare la coscienza degli indiani risulta dal fatto che in tempi moderni essi siano molto portati allo sviluppo del software, il quale utilizza nei vari linguaggi di programmazione linguaggi definibili come simbolici.

                  .                                              (scritto il 6/5/24)

 

 

 

 

 

 


 

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