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Ritorno sul caso riportato nel libro “Musicofilia” di O. Sacks: ”In Musicofilia citò il caso di una sua paziente affetta da parkinsonismo postencefalitico, che gli raccontò «di come nei suoi stati “congelati” fosse spesso stata “confinata”, come diceva lei, in un “recinto musicale”: sette coppie di note (le quattordici note di “Povero Rigoletto”) che si ripetevano in modo irresistibile nella sua mente». La paziente di Sacks gli disse che quelle note formavano un «quadrilatero musicale» i cui lati lei era costretta a percorrere mentalmente all’infinito, e questo fenomeno era andato avanti in modo intermittente, ogni volta per ore, nell’arco dei 43 anni della sua malattia.”

Vi ritorno per analizzare la visione delirante di quella paziente che raccontava che “quelle note formavano un «quadrilatero musicale» i cui lati lei era costretta a percorrere mentalmente all’infinito, e questo fenomeno era andato avanti in modo intermittente ecc.”.

E’ possibile che quel “quadrilatero musicale” rappresenti la coscienza infantile innata e subito rimossa dalla condizione dissociativa, nella quale l’afflusso libidico dell’inconscio resta come ingolfato essendogli stato impedito l’accesso alla coscienza.

Un po’ come quando si entra in una rotatoria stradale senza più trovare una via di uscita da essa.

Quel simbolo, il quadrilatero musicale, ci dice anche che la coscienza infantile, innata nella coscienza in formazione del neonato,  porta in sé (i quattro vertici del quadrilatero), in germe,  tutte e quattro le funzioni della coscienza  del Sé.

Per cui geneticamente non avrebbe alcun senso distinguere tra funzioni c.d. superiori (funzione pensiero e funzione percezione) e funzioni c.d. inferiori (funzione intuizione e funzione sentimento).

 


 

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