15/3/09

Un lungo, drammatico periodo di vita.

Di norma , purtroppo, per una gran quantità di bambini, figli di genitori “normali”, l’infanzia è un lungo dramma nel quale è costante l’esercizio della castrazione psichica nei confronti dei contenuti del loro inconscio nonché di qualsiasi processo di crescita psichica normale.

In questi scenari i genitori inconsapevolmente mettono in campo nei confronti dei loro figli le stesse modalità castranti ai quali essi stessi sono stati assoggettati nella rispettiva infanzia.

Si può osservare che il processo castrante è portato a segno non dal comportamento in sé (da valutare perciò alla stregua di un significante) ma bensì dal significato di cui quel comportamento è portatore e rappresentazione.

E’ questo significato, del tutto inconscio al genitore, che ferisce nel profondo l’inconscio del bambino nonché i suoi contenuti. E, fin troppo spesso, è questo significato (e quindi non il comportamento relativo) a scatenare la reazione pulsionale più o meno violenta , più o meno ribellistica del bambino.

Il quale con il suo comportamento reattivo si ribella al processo castrante posto in essere dal significato del quale quel determinato comportamento genitoriale (apparentemente normale) è feroce portatore.

Il comportamento reattivo del bambino è perciò la risposta e la protesta contro la ferita che or ora è stata inferta al suo inconscio (ed al suo percorso di crescita).

E tanto più (apparentemente) sproporzionata appare quella reazione tanto più profondamente significa che è stata portata la ferita all’inconscio stesso.

 

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