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La bellezza, in generale, parrebbe appartenere, nelle sue varie forme, alla Natura e quindi anche alla Natura umana.
Ed essa è una qualità che, geneticamente e culturalmente, il genere maschile coglie istintivamente e con facilità nel genere femminile.
Così come la forza sarebbe geneticamente e culturalmente dotazione del genere maschile.
Se per antiche tradizioni culturali, religiose, sociali, ecc. si nega, per esempio, alla bellezza del volto femminile (uno dei tanti caratteri sessuali “secondari” della bellezza) di mostrarsi alla realtà sensibile (come a dire alla coscienza comune, alla coscienza collettiva*) è possibile che, una generazione dopo l'altra, si verifichi un fenomeno a feedback che interagisce con il codice genetico femminile il quale “riterrà” che la bellezza femminile non sia una qualità genetica premiante nella realtà sociale nella quale la donna nasce e vive.
E quindi questa qualità genetica comincerà a diventare regressiva relativamente al genere femminile nato ed educato in quei popoli che adottano da millenni quelle culture, quelle religioni, quei regimi e quei costumi sociali, ecc..
La stessa identica cosa accade per le potenzialità inconsce del cervello quando la condizione dissociativa di massa impedisce a quelle potenzialità mentali e cerebrali di entrare nella coscienza e di diventare quindi operative.
(*) Meglio evitare equivoci. Io non penso esista un "inconscio collettivo" nel senso definito da Jung. A meno che non si definisca "inconscio collettivo" il codice genetico della specie umana.