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A. E’ possibile che le musichette orecchiabili, come il pensiero semplice, abbiano in loro stessi le “istruzioni” per la loro ripetizione coatta nel coscienza stessa (per esempio l’ear worm).
B. La coscienza infantile (ricca di neuroni a specchio) è predisposta per apprendere dagli input sensoriali le informazioni necessarie per poterli agevolmente emulare.
C. Questa che segue è una ipotesi (o, a scelta, una follia, un delirio, una fantasia, una cavolata).
E’ possibile che oltre i suoni modulati dalle corde vocali (memorizzati nella coscienza neuronale) vengano insieme “modulati” anche le configurazioni quantiche degli elettroni delle molecole che le compongono e le informazioni da ciò prodotte attingono, nel loro specifico linguaggio, gli elettroni delle molecole dei neuroni della coscienza percettiva.
Per cui i suoni vocali raggiungono le orecchie ed i neuroni di quella coscienza mentre le informazioni su quei mutamenti quantici “istruiscono” i corrispondenti neuroni sui significati di quei suoni.
Quindi la coscienza percettiva “ascolta” i suoni vocali e l’ego ne comprende i significati (cioè le parole).
D. E si ripropone perciò ad un altro livello il dualismo onda particella già noto.
E. La ricettiva coscienza infantile apprende anche da quelle informazioni quantiche le istruzioni per trasformare i suoni ascoltati in fonemi*.
Imparando così a riprodurli. E così imparando la lingua del suo ambito parentale.
(*) E’ come quando l’altro non capisce il significato di una nostra parola.
Per spiegarglielo useremo dei segni, delle metafore, degli esempi “istruendo” così la sua coscienza a comprendere quel significato e se necessario a riprodurlo.
(scritto il 20/7/23)